Sono previsti degli aumenti sulla pensione di reversibilità che riguarderanno tutti: ecco quali saranno i nuovi importi.
I percettori della pensione di reversibilità vedranno salire la prestazione nei prossimi mesi. Si tratta ovviamente di un’ottima notizia per i beneficiari del trattamento previdenziale, i quali potranno contare su un incremento dovuto all’inflazione che da tempo grava sulle spese dei cittadini. Vediamo, di seguito, di quanto aumenteranno gli importi.
La pensione di reversibilità è una prestazione che si rivolge, in particolare, ai famigliari superstiti di un lavoratore (o di un pensionato) venuto a mancare. Si tratta, quindi, di un assegno che l’INPS eroga al coniuge e ai figli del deceduto. Nel caso in cui quest’ultimo non dovesse aver contratto matrimonio o avere una prole, il trattamento previdenziale spetta ai genitori del defunto, oppure ai fratelli e alle sorelle celibi.
Ai beneficiari viene elargita una quota percentuale dell’assegno pensionistico che la persona venuta a mancare dovrebbe ricevere. Proprio come gli altri trattamenti previdenziali (e assistenziali), la pensione di reversibilità è soggetta a rivalutazione di anno in anno. Ciò vuol dire che la misura viene periodicamente adeguata al costo della vita, aumentando a seconda del tasso di inflazione registrato.
Di quanto aumenteranno gli importi della pensione di reversibilità
Iniziamo subito col precisare che, per il 2025, l’incremento sarà alquanto modesto. Il motivo è dato dal fatto che, per quest’anno, è stato stimato un tasso di inflazione pari all’1%. Una percentuale decisamente minore rispetto all’8,1% e al 5,4% degli scorsi anni (rispettivamente il 2022 e il 2023).
Ma di quanto saliranno, nello specifico, gli assegni dei percettori della pensione di reversibilità? All’inizio del nuovo anno, il tasso di rivalutazione viene calcolato in base alla percentuale prevista per ciascuna fascia di reddito. Per la parte di importo che è pari o inferiore a 4 volte il trattamento minimo la rivalutazione da applicare è equivalente al 100% del tasso di inflazione, ossia dell’1%.
Proseguendo, per la parte di importo che supera di 4 volte il trattamento minimo, senza tuttavia andare oltre le 5, la rivalutazione è del 90%. Per quest’anno, dunque, sarà dello 0,90%. Mentre per la parte di importo che va 5 volte oltre il trattamento minimo la rivalutazione cala al 75%. Ovvero al 0,75%.
Per fare un esempio pratico, pensiamo al caso di una pensione di reversibilità di 2.500 euro lordi che viene percepita per il 60% dal coniuge (a cui verranno riconosciuti, quindi, 1.500 euro) e per il 20% dal figli (500 euro). Per i primi 2.394,44 euro la prestazione salirà dell’1%, determinando un aumento di 23,94 euro. Agli altri 105,56 euro verrà applicata una rivalutazione dello 0,90%, con 95 centesimi in più sull’importo.