Il contribuente non sempre può usufruire delle detrazioni per i familiari conviventi. Al sussistere di alcune condizioni di diritto cade.
Quante spese sanitarie affrontiamo ogni anno per controlli di routine o esami più approfonditi. L’onere è gravoso dal punto di vista economico anche potendo approfittare del ticket sanitario. Fortunatamente molte spese si possono detrarre, anche quelle dei familiari ma non sempre.
In dichiarazione dei redditi si possono inserire le spese sanitarie del contribuente e dei familiari conviventi per poter ottenere il rimborso del 19%. Nello specifico, le spese andranno inserite nella dichiarazione relativa all’anno in cui sono state effettuate. Ricordiamo l’importanza di conservare i giustificativi fino al 31 dicembre del quinto anno successivo la presentazione della dichiarazione perché l’Agenzia delle Entrate potrebbe effettuare controlli e chiedere “prove” ossia scontrini e fatture.
Secondo la normativa vigente è possibile fruire delle detrazioni per i familiari ma solo se questi risultano fiscalmente a carico ossia se hanno un reddito inferiore a 2.840,51 euro oppure 4 mila euro se minori di 24 anni. Il requisito reddituale, dunque, è ciò che conta ai fini della detrazione mentre la convivenza ha dei limiti. Il figlio, ad esempio, può anche vivere insieme ai genitori ma se ha accumulato nel corso dell’anno redditi superiori ai limiti allora le detrazioni non spetteranno. Ci sono, però, delle eccezioni.
Detrazione spese sanitarie: quando si ottengono per i familiari non a carico
La normativa stabilisce che superando i limiti di 2.840,51 euro o 4 mila euro le detrazioni per i familiari non spettano perché non sono considerati a carico. Si conteggiano i redditi dell’anno in cui è stata effettuata la spesa, per esempio i redditi 2024 per la dichiarazione dei redditi 2025. I soldi spesi per visite mediche, analisi ed esami, dunque, si perderanno se a sostenere la spesa è stato un genitore per il figlio non a carico.
Nemmeno quest’ultimo potrà beneficiare della prestazione perché non ha pagato in prima persona la spesa e dunque non potrà detrarla. C’è un’eccezione alla regola da conoscere. Si considerano detraibili, infatti, le spese sanitarie sostenute nell’interesse di familiari non a carico qualora questi risultassero affetti da patologie che danno diritto all’esenzione ticket sanitario (malattie croniche o rare). Se è un figlio non a carico a soffrire di una patologia che consente di chiedere la detrazione per le spese sanitarie bisogna ricordare che la detrazione spetterà al genitore che sostiene la spesa nell’interesse del figlio anche se non è fruitore delle detrazioni per “carichi di famiglia” attribuite interamente all’altro genitore.