Cambiano di nuovo le carte in tavola e molti lavoratori, dal prossimo anno, dovranno avere almeno 30 anni di contributi per andare in pensione.
Quando si parla di pensioni, in Italia, non si può mai dormire sonni tranquilli soprattutto mano a mano che ci si avvicina all’ora fatidica: quella dell’approvazione definitiva della manovra di Bilancio da parte di Camera e Senato. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha già dato l’ok ma non manca chi continua a proporre modifiche.
I cambiamenti più importanti riguarderanno proprio le pensioni. Infatti, per molti, 20 anni di contribuzione non saranno sufficienti per lasciare il lavoro: ne serviranno almeno 30. In pratica per altri dieci anni molti lavoratori non potranno sganciarsi dall’ufficio. Così è se vi pare…ma anche se non vi pare!
Il Governo di Giorgia Meloni è chiamato ad un compito difficilissimo: conciliare istanze che sembrano inconciliabili con solo 20 miliardi di euro circa a disposizione per la manovra 2025. Riuscirà l’Esecutivo a superare questa sfida? Per il momento tutto ciò che si può dire è che accontentare tutti sarà impossibile e qualcuno, come sempre, anche nel 2025 resterà con l’amaro in bocca.
Pensioni 2025: serviranno 30 anni di contributi per lasciare il lavoro
Non è mai detta l’ultima parola quando si parla di tematiche inerenti alla previdenza sociale. Le casse dell’Inps, ormai da tempo, non se la passano bene e, per recuperare risorse, il Governo dovrà prendere provvedimenti impopolari, questo è sicuro. La rivalutazione degli assegni, il prossimo anno, sarà più bassa di quanto speravamo ma non solo: 20 anni di contribuzione, per molti lavoratori, non saranno sufficienti.
Brutte notizie per chi sperava nella cancellazione definitiva della legge Fornero. La legge Fornero, per il momento, non si tocca in quanto metterebbe a rischio la stabilità del sistema previdenziale italiano favorendo troppe uscite anticipate di massa. pertanto, per accedere alla pensione di vecchiaia, anche il prossimo anno, sarà necessario avere almeno 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi.
Il vantaggio è che, se guardiamo alle altre misure, 20 anni di contribuzione sono pochi. Ma proprio perché sono pochi, a volte potrebbero non bastare. Chi non ha almeno 67 anni, infatti, per uscire dal lavoro deve raggiungere una soglia contributiva minima ben più alta.
Il Governo Meloni ha riconfermato anche per il 2025 una misura cara a molti: Ape sociale. Ape sociale è nata nel 2017 ma non è mai entrata nella rosa delle misure strutturali e, quindi, necessita di essere rinnovata di anno in anno. Con Ape sociale si può lasciare il lavoro a soli 63 anni e 5 mesi: dunque si ottiene un vantaggio di quasi 4 anni rispetto alla legge Fornero. Tuttavia per sfruttare questa misura non basta avere 20 anni di contributi ma è necessario averne almeno 30.
Ape sociale, inoltre, non si rivolge a tutti ma solo a: caregivers, lavoratori con invalidità pari almeno al 74%, disoccupati e addetti ai lavori usuranti da almeno 7 anni negli ultimi 10 o da almeno 6 anni negli ultimi 7. Per quest’ultima categoria non sono sufficienti, però, nemmeno 30 anni di contributi ma ne servono almeno 36.