Chi decide di ritirare la pensione presso gli uffici postali si chiede se sia obbligatorio rispettare la turnazione stabilita per recarsi agli sportelli: cosa bisogna sapere.
A breve inizierà l’erogazione delle pensioni da parte dell’Inps. Milioni di pensionati, dunque, riceveranno gli importi in base alle modalità di pagamento scelte in sede di domanda. C’è, difatti, chi ha optato l’accredito su conto corrente bancario postale e chi per il ritiro in contanti presso gli uffici postali.
Per quest’ultimi, ormai da qualche anno, viene pubblicato mensilmente un calendario da seguire per il ritiro degli assegni ed evitare code allo sportello. La turnazione prevede varie date suddividendo i pensionati in ordine alfabetico. Molti, però, si chiedono se il rispetto di questo calendario sia obbligatorio e cosa accade nel caso in cui non si rispetta la data assegnata.
Pensioni, è obbligatorio rispettare la turnazione presso gli uffici postali? Cosa sapere
Come accade ogni mese, è stato pubblicato il calendario per il ritiro della pensione di novembre presso gli uffici postali. I pensionati vengono suddivisi in base all’iniziale del proprio cognome a cui viene poi assegnata una giornata per il ritiro allo sportello.
A novembre, essendo il primo giorno del mese festivo, l’inizio della rotazione alfabetica slitterà al giorno successivo. Questo il calendario pubblicato nei giorni scorsi: sabato 2 novembre (solo al mattino) potranno ritirare l’assegno i pensionati con cognomi che iniziano con A e B; lunedì 4 novembre sarà il turno dei cognomi dalla C alla D; martedì 5 novembre i cognomi dalla E alla K; i cognomi dalla L alla O potranno recarsi allo sportello mercoledì 6 novembre; il giorno successivo, giovedì 7 novembre, sarà il turno dei cognomi che iniziano dalla P alla R ed, infine, venerdì 8 novembre per i cognomi dalla S alla Z.
I pensionati si chiedono se questa turnazione per il ritiro in contanti, che varia mensilmente in base al primo giorno bancabile, debba essere obbligatoriamente rispettata. In realtà, questa rotazione è stata stabilita durante la pandemia Covid-19 per evitare assembramenti, ma non è obbligatoria. Un pensionato che non può ritirare l’assegno nel giorno stabilito, può farlo successivamente, ma entro un termine massimo di 60 giorni. Una volta scaduto questo termine, l’importo viene restituito all’Inps a cui il pensionato dovrà rivolgersi per la nuova emissione.
Alcuni uffici postali, sempre per evitare lunghe code e affollamenti, permettono ai clienti anche di poter programmare il proprio turno allo sportello per il ritiro delle pensione.