La pensione di reversibilità richiede regole bene precise che se non rispettate si rischia di perdere l’assegno mensile INPS.
La storia di una vedova ha destato stupore, nonostante 25 anni di matrimonio, le è stata negata la pensione di reversibilità.
Si tratta di una vedova tedesca che si è vista respingere il ricorso della pensione sancendo l’accordo di legittimità tra il lavoratore defunto e il datore di lavoro.
Pensione di reversibilità: negata il trattamento dopo 25 anni di matrimonio
Una vedova tedesca, dopo 25 anni di matrimonio, si è vista negare la pensione di reversibilità di tipo aziendale, quindi erogata direttamente dal datore di lavoro (secondo le leggi tedesche).
La questione verte su un accordo del lavoratore con il datore di lavoro che prevedeva che la pensione di reversibilità spettava al coniuge superstite che aveva contratto matrimonio almeno cinque anni prima della pensione. Nel caso in esame, il matrimonio al momento della morte del lavoratore, era avvenuto a meno di cinque anni dal pensionamento del lavoratore. Pertanto, il datore di lavoro si è opposto all’erogazione dell’assegno mensile nei confronti della vedova, che nel frattempo era stata sposata 25 anni.
Il Tribunale ha ritenuto legittimo il contratto stipulato tra il datore di lavoro e il lavoratore defunto, anche considerando il diritto dell’azienda a valutare l’aspetto economico e tutelare i propri interessi. Infatti, la clausola inserita nel contratto serviva a tutelare il datore di lavoro da impegni a lungo termine.
La vedova ha contestato tale clausola considerandola discriminatoria, perché la pensione di reversibilità è riconosciuta maggiormente alle donne. Il datore di lavoro ha potuto dimostrare che non c’era nessuna forma di discriminazione, in quanto tale clausola era applicata a tutti i lavoratori a prescindere dall’età e dal genere. Il Tribunale a fronte di tali prove ha ritenuto valida la clausola e respinto il ricorso.
Pensione ai superstiti in Italia
La legge italiana prevede che il diritto alla pensione ai superstiti non può dipendere dalla data in cui si è contratto matrimonio e neanche dalla durata. Però, esistono delle eccezioni, che riguardano il divorzio, in effetti, l’ex coniuge che percepisce un assegno divorzile, ha diritto alla pensione di reversibilità se non si è risposato. Inoltre, il rapporto assicurativo deve iniziare prima dello scioglimento definitivo del matrimonio.
Nel caso sia il defunto a risposarsi, è considerata anche la durata del matrimonio, in quanto è rilevante nella ripartizione delle quote tra i beneficiari (coniuge vedovo o ex coniuge divorziato). Le regole non sono fisse, ma dipendono dal caso che può essere diverso in base alla situazione familiare.