Settembre 2024 è stato un mese bollente e caratterizzato da fenomeni meteo estremi, un’anticipazione chiara di quello che potrebbe essere un futuro disastroso per il nostro pianeta.
Lo scoppio di guerre in varie parti del mondo, la crisi economica imperante e l’incremento della forbice tra povertà e ricchezza hanno assorbito le preoccupazioni e i pensieri di tutti quanti, distraendo da un problema che è sotto gli occhi di tutti ormai da decenni e che sembra, almeno per il momento, non avere una soluzione.
Settembre 2024 è stato un mese estremo, uno dei più caldi della storia, con temperature che hanno costantemente superato le medie stagionali (+0,74° rispetto alla media) degli ultimi 20 anni e fenomeni meteorologici devastanti in varie parti del mondo. Proprio nel mese passato abbiamo avuto una fotografia emblematica di ciò che può comportare il cambiamento climatico e di quale potrebbe essere la nuova realtà.
L’Europa ha affrontato gli effetti della tempesta Boris al centro e nell’est . In Nord America c’è stato il tifone Helene (seguito dall’Uragano Milton), piogge intense si sono abbattute su Brasile e parte dell’Africa settentrionale, il tifone Kraton ha colpito Taiwan e le Filippine, il Monsone ha causato danni ingenti in Pakistan.
Al contempo si è verificato un periodo inusuale e prolungato di siccità in Gran Bretagna, Irlanda, sulla Penisola Iberica, nel Sahel e incendi devastanti hanno avuto luogo in alcuni Paesi del Sud America e nelle regioni asiatiche della Russia. Il clima sembra impazzito e la causa di questo è una sola: il surriscaldamento globale.
I dati raccolti dal Copernicus Climate Change Service confermano che la causa di questo tempo impazzito è da collegare all’aumento graduale ma costante delle temperature in tutto il mondo. Settembre 2024 è infatti il 13° mese consecutivo in cui si conferma un trend di aumento generalizzato della temperatura nel mondo intero.
Da ottobre 2023 a settembre 2024 si è registrato un incremento generale di +0,74° rispetto al periodo 1991-2020, il che porta l’anomalia climatica a +1,62° (di temperatura della terra) rispetto all’epoca pre-industriale. Ma il dato forse più preoccupante è la continuità di queste temperature anomale, visto che negli ultimi 15 mesi, ben 14 hanno fatto registrare temperature che superano la soglia critica dei +1,5°.
La situazione non è migliore negli oceani, visto che a settembre la superficie marina ha raggiunto i 20,83°C, ovvero la seconda temperatura più alta mai registrata nel mese di riferimento. L’innalzamento delle temperature degli oceani è un danno enorme per flora e fauna marina (può portare alla scomparsa di interi habitat), per il mantenimento dei ghiacciai ed è la causa di maremoti, erosione della costa e formazione sempre più frequente di tempeste e uragani.
Se il trend non verrà invertito, il rischio concreto è che in futuro ci saranno molte più zone della terra desertificate, zone costiere inghiottite dal mare, nonché fenomeni meteorologici sempre più intensi e pericolosi sia per l’ambiente che per le persone. La conferma di questo pericolo è stata data da Samantha Burgess, vicedirettore del Copernicus Climate Change Service: “Le precipitazioni estreme, aggravate dall’atmosfera più calda, continuano a intensificarsi, con interi mesi di piogge che cadono in pochi giorni. Il rischio di eventi estremi aumenterà man mano che le temperature continuano a salire”.
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