In arrivo novità per la riforma riscossione: si prevede una sorta di azzeramento delle cartelle esattoriali a cui bisogna fare attenzione.
La questione delle cartelle esattoriali ha da sempre generato ansia e preoccupazione tra i contribuenti italiani. Il loro meccanismo, nonché le conseguenze, hanno messo alle strette moltissimi cittadini che con ansia e preoccupazione si trovano a dover pagare debiti che dapprima non sono riusciti ad affrontare.
Non a caso, il sistema attuale è spesso criticato per la sua rigidità e per le conseguenze drammatiche che può comportare. Molti contribuenti si trovano a dover affrontare un meccanismo che, piuttosto che aiutare, può aggravare la loro situazione economica. Le cartelle esattoriali, infatti, non solo richiedono un pagamento immediato, ma possono anche innescare procedure di esecuzione forzata, come il pignoramento di stipendi o pensioni.
Tuttavia, sembra esserci uno spiraglio di luce all’orizzonte. Con la recente riforma della riscossione, ci si avvia verso un cambiamento significativo, che non mira solo a semplificare le procedure, ma potrebbe anche rendere le cartelle esattoriali un ricordo del passato. Le cartelle verranno in un certo senso ‘rimosse’, ma questo non sempre può rivelarsi positivo.
Cosa cambia con la nuova riforma riscossione del 2025
La riforma, recentemente entrata in vigore, introduce alcuni punti chiave che meritano attenzione. Primo fra tutti, la possibilità di rateizzare i debiti. Attualmente, chi ha debiti può pagare in rate, ma con la riforma questo limite si allargherà notevolmente.
Dal 2025, i contribuenti potranno arrivare fino a 84 rate mensili senza dover dimostrare difficoltà economiche, consentendo così di gestire i debiti con maggiore serenità. Nel corso degli anni, questo periodo di rateizzazione potrebbe estendersi ulteriormente, fino a 120 rate nel 2031.
Tuttavia, non tutti potranno gioire. Un’altra novità da tenere d’occhio è l’introduzione dell’accertamento esecutivo. In pratica, questo nuovo strumento sostituirà le cartelle esattoriali, rendendole quasi superflue. Ciò significa che per alcune imposte si potrà avviare la riscossione senza il passaggio della cartella.
L’iter è abbastanza semplice. Il contribuente riceverà un accertamento esecutivo che lo informerà della situazione. Avrà 60 giorni di tempo per decidere se presentare ricorso o pagare, ma attenzione: se non agirà entro 30 giorni, l’Agenzia delle Entrate Riscossione potrà procedere con l’esecuzione forzata. Tuttavia, ci sarà un periodo di sospensione di 180 giorni a tutela del contribuente, un aspetto importante per evitare situazioni di emergenza.
Ma non finisce qui. La riforma prevede anche la cancellazione automatica delle cartelle per alcuni contribuenti. Questa misura riguarda chi non ha pagato le proprie cartelle per almeno 5 anni ed è stato dichiarato insolvente. Persone in difficoltà, come chi è senza reddito o chi ha perso tutto, possono finalmente vedere un po’ di luce. L’Agenzia delle Entrate non cercherà più di riscuotere i debiti, e la palla tornerà agli enti originali, che decideranno se tenare un recupero in futuro.